Isee, uno strumento che penalizza le famiglie – Forum nazionale

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ISEE. UNO STRUMENTO CHE PENALIZZA LE FAMIGLIE

“Molte amministrazioni locali hanno implementato comportamenti family friendly nelle scelte di governo del proprio territorio, pesando l’importo di tasse, tariffe, contributi per l’accesso ai servizi in base all’effettivo carico familiare. Importante e’ anche una rimodulazione, nella direzione di una maggiore equita’, dell’indicatore di situazione economica equivalente (ISEE), che introduce un coefficiente maggiorato a vantaggio delle famiglie numerose, con figli minori, disabili, anziani (il quoziente familiare)”.

(Documento preparatorio, n. 22)

Dopo oltre 15 anni dalla sua prima introduzione, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) sara’ profondamente rivisto nelle prossime settimane dopo diversi mesi di lavoro delle Istituzioni competenti, mesi in cui la societa’ civile ha costantemente sottolineato il pericolo di creare uno strumento iniquo e penalizzante per le famiglie italiane. L’ISEE e’ infatti uno strumento, non neutro, per definire ed individuare il contributo ai costi per i servizi che gli utenti (le famiglie) devono pagare. Tale non neutralita’ comporta l’esigenza che siano valutati e simulati realmente gli effetti per milioni di famiglie italiane affinche’ le innovazioni non si traducano in una esclusione di fatto di tanti attuali beneficiari dai servizi erogati dallo Stato, o comunque in una loro penalizzazione. Esso infatti e’ essenzialmente utilizzato per costruire le “graduatorie di accesso”, diventando cosi’ di fatto, in un sistema di welfare che sta progressivamente arretrando, anche criterio di ammissione/esclusione dal servizio. In altre parole, avere 1.000 Euro in piu’ o in meno di ISEE, oltre a far crescere o diminuire il costo per l’utente, puo’ addirittura fare la differenza tra accedere o non accedere, tout court, ad una prestazione (interventi educativi, assistenza domiciliare).

Proprio per questo sottolineiamo nuovamente l’insufficienza della nuova scala di equivalenza, sostanzialmente immutata rispetto a quella attuale, a fotografare la reale situazione economica di una famiglia, in quanto non valorizza ne’ protegge adeguatamente la presenza di figli a carico. Peraltro, le scale di equivalenza adottate da altre istituzioni internazionali sono piu’ prossime alla scala del FattoreFamiglia (v. infra) che a quella prevista nella proposta di revisione dell’ISEE. La scala di equivalenza del FattoreFamiglia, proposta a piu’ riprese dal Forum, rappresenta invece una misura di maggiore equita’ nei confronti delle famiglie, vere depositarie della coesione sociale, e una scelta preferenziale della politica a sostegno diretto della famiglia e dei figli, in una perdurante fase di denatalita’ come quella in corso ormai da decenni.

Altra criticita’ e’ costituita dal “peso” della casa di abitazione di proprieta’ (la coi’ì detta “prima casa”) all’interno del patrimonio immobiliare e del canone di locazione per gli affittuari. Attualmente, anche la proprieta’ di una piccola abitazione, appena sufficiente alle esigenze familiari, comporta un notevole aggravio dell’indicatore ISEE finale, mentre la franchigia prevista per l’affitto (7mila euro) e’ troppo bassa, specie in citta’ ad alta tensione abitativa. Sarebbe quindi opportuno non porre tetti alla deduzione dell’affitto (anche come forma di contrasto agli affitti “in nero”), e l’esclusione della prima casa dal calcolo del patrimonio immobiliare. E’ poi da ritenersi opportuno un ulteriore sforzo per eliminare il tetto di 10mila euro quale franchigia per i depositi bancari, che incide maggiormente sulle famiglie piu’ numerose.

E’ infine prioritario che il sistema dei controlli sia realmente efficace (per contrastare fenomeni di elusione ed evasione fiscale) e che il Forum delle associazioni familiari, insieme alle altre realta’ della societa’ civile, sia strutturalmente inserito nei tavoli che si costituiranno per il necessario monitoraggio dell’applicazione del nuovo ISEE, sia a livello nazionale sia a livello locale, affinche’ le famiglie italiane – principali destinatarie del provvedimento – siano messe in grado di esprimere in modo appropriato ed incisivo il proprio parere sull’efficacia e sugli effetti del nuovo strumento.