SCUOLA, LE PROPOSTE DEI GENITORI AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO ZINGARETTI PER LA RIPARTENZA  

 

Roma, 8 Gennaio 2021 – Il 28% degli adolescenti dichiara che dall’inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola. Più di uno studente su 3 si sente impreparato e per il 46% il 2020 è stato un “anno sprecato”. Sono i dati emersi dalla recente indagine di Ipsos per Save the Children sui giovani studenti italiani che stanno affrontando le restrizioni causate dalla pandemia, che hanno spinto Alessandra Balsamo, Presidente del Forum delle Associazioni familiari del Lazio, organismo che da oltre di 25 anni riunisce nel territorio di Roma e del Lazio più di 38 realtà che, a vario titolo, si occupano di famiglie, e Piergiorgio Berardi, Presidente Age (Associazione Italiana Genitori) Lazio a scrivere una lettera congiunta e condivisa dagli altri membri del Forum del Lazio, indirizzata al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, per “accendere i riflettori su un tema che riguarda il futuro di tutti: il diritto allo studio dei nostri ragazzi e la necessità, oggi più che mai, di rinsaldare l’alleanza educativa coinvolgendo, in un’ottica di corresponsabilità, Scuola, Famiglie, Istituzioni, Società civile organizzata”.

 

Diversi i campanelli d’allarme lanciati nella lettera: dalla salvaguardia della salute e della sicurezza alla carenza di strumenti – e, talvolta, anche di competenze -, che non è ancora fatto un problema superato per molte famiglie alle prese con la DaD, fino alla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro (perenne questione nodale, aggravatasi tra DAD e smartworking) e alla necessità della ripresa dell’attività fisica e di movimento all’aperto per lo sviluppo socio-psicologico dei minori.

 

“L’emergenza ha evidenziato che la famiglia è l’unica vera risorsa stabile su cui il Paese può contare, pertanto, è tempo di riconoscere ‘la famiglia’ come soggetto sociale al centro di politiche interdipendenti”, viene ribadito nella missiva, che si conclude con tre proposte concrete:

 

  1. Che si introduca il principio che ogni azione politica e istituzionale debba preventivamente considerare la Valutazione di impatto familiare: un sistema giuridico/amministrativo in cui viga il principio generale per cui le misure adottate devono contemplare uno strumento che valuti l’impatto della legislazione nazionale o locale e degli atti amministrativi di rilevanza nazionale o locale sulla Famiglia nel suo complesso e come soggetto unitario di diritti ed obblighi.
  2. Che si attuino dei Patti educativi di comunità, secondo il principio di sussidiarietà, che valorizzino l’interlocuzione diretta e consentano di sperimentare nuove modalità di fare “fare scuola” anche mediante cabine di regia, tavoli e consulte nei quali i genitori abbiano un ruolo attivo e una rappresentanza garantita.
  3. Che venga considerata e utilizzata la risorsa della scuola paritaria. Sappiamo che l’emergenza ha comportato gravose difficoltà all’economia delle famiglie che usufruiscono del sistema delle scuole paritarie, che, al di fuori di stereotipi, sono per la buona parte famiglie dei ceti medio bassi, salvo alcune eccezioni. È evidente che buona parte delle scuole paritarie ancora oggi esistenti e che danno un servizio a oltre 900.000 allievi (impiegando circa 180.000 dipendenti) sarà compromessa da questa crisi economica con ulteriori costi a carico dello Stato, oltre che necessità di nuovi spazi per accogliere la massa di nuovi utenti che si riverserà sulla scuola statale.